Olio 2021: ottima qualità ma resa bassa, male a Isernia. Prezzi variabili

2022-10-14 21:36:39 By : Ms. Cherry Guo

Se dall’area frentana fino alla costa la quantità è buona e il gusto ottimo ma con resa un po’ scarsa, in provincia di Isernia le gelate di primavera hanno compromesso i raccolti

La campagna olearia 2021 si sta avviando a una conclusione più lenta rispetto agli ultimi anni. Un primo bilancio però si può fare: qualità eccellente, quantità buona e resa un po’ scarsa in Basso Molise, nell’area trignina e nel Molise centrale, annata pressoché disastrosa nell’isernino dove molti non hanno potuto raccogliere.

“In provincia di Isernia la produzione è a zero” assicura Maurizio Corbo, funzionario dell’Arsarp, l’ente regionale di sviluppo agricolo. La motivazione è legata ancora una volta ai cambiamenti climatici ai quali l’agricoltura per prima fatica ad adattarsi.

“Il freddo e le gelate avvenute a fine maggio hanno vanificato la stagione. Tantissimi coltivatori non stanno riuscendo a fare nemmeno l’olio per il consumo familiare”. Ben diverso è il discorso nell’area principe della produzione olearia del Molise, vale a dire la zona di Larino e dell’ex cratere sismico che comprende paesi come Colletorto, Rotello o Bonefro.

“C’è stata un’ottima fioritura e una abbondante allegazione – spiega l’esperto -. Anche grazie all’anticipazione della raccolta, per fortuna non ci sono stati attacchi della mosca delle olive se non nell’ultimissimo periodo e solo in Basso Molise. Anche dalle parti di Campobasso e Ferrazzano la raccolta è andata bene”.

Il presidente del consorzio Opi Oleificio San Martino, Gianni Di Matteo, a capo di un raggruppamento di ben 230 aziende agricole fra San Martino in Pensilis, Portocannone, Ururi, Campomarino e in minima parte anche Larino, conferma le note positive della campagna olearia.

“A livello qualitativo è la migliore degli ultimi 10 anni. Non siamo andati in sofferenza a causa della siccità perché le piogge di settembre hanno aggiustato le cose ed evitato che l’olio potesse avere quel retrogusto legnoso”. A livello quantitativo secondo Di Matteo “la campagna è ottima, mentre è un po’ scarsa la resa”.

L’imprenditore agricolo e titolare di frantoio Livio Marcucci di Petacciato fornisce una lettura molto simile. “La campagna sta andando molto bene, l’oliva non ha risentito di attacchi della mosca e non c’è stato bisogno di grossi trattamenti coi fitosanitari. Nella nostra zona non abbiamo risentito della siccità, anche grazie a quel nubifragio di luglio. La qualità è buona, chiaramente dipende da tante cose: la tipologia di olivo, il terreno, i trattamenti. Le varietà di olivi di una volta, quelle più antiche, restano le migliori. Io mi affido a un agronomo che segue le piante durante tutto l’anno”.

Oltre a macinare olive, il titolare del frantoio Marcucci produce olio che commercializza prevalentemente al Nord Italia. “Non abbiamo nulla da invidiare alle altre regioni” sentenzia. Anche secondo lui le rese non sono ottimali, ma anche in questo caso dipende da diversi fattori, compreso il periodo di raccolta e la zona di coltivazione. “Nell’area di Mafalda, Acquaviva, dove la raccolta è un po’ più indietro e stanno finendo in questi giorni, le rese sono un po’ più alte”.

Rese che mediamente sono su 11-12 chili di olio per quintale di olive mentre solitamente si era attorno ai 15. Variano le opinioni anche riguardo ai prezzi. Secondo Corbo e Marcucci quest’anno la vendita si attesta sui 60-65 euro per quintale di olive ma Di Matteo, che come detto rappresenta un consorzio, ritiene il prezzo troppo alto. “Siamo intorno ai 50 euro, non di più”.

La differenza fra piccolo produttore e grande raggruppamento di agricoltori si vede anche nei prezzi. “Sono in linea con quelli dello scorso anno – testimonia Di Matteo -, noi vendiamo a 6,50 euro al litro”.

“Non meno di 7 euro” spiega Marcucci, che possiede anche marchio ed etichetta. “Chiaramente vendo solo l’olio degli oliveti che seguo tramite l’agronomo”.

Secondo Corbo c’è da fare i conti anche col rincaro dei prezzi. “I costi sono aumentati, il prezzo del gasolio è arrivato alle stelle. Io che lavoro in prima persona ho già avvisato i miei clienti che quest’anno a meno di 9 euro al litro l’olio non lo vendo”.

Intanto mentre qualcuno ha raccolto tutto nella prima metà di ottobre, molti altri potrebbero finire non prima di metà novembre. È uno degli effetti della carenza di braccianti. “Molte olive rischiano di rimanere sugli alberi, vediamo se le squadre di raccoglitori faranno in tempo” dice Marcucci, che conferma una tendenza per la quale trovare manodopera è piuttosto difficile in molti campi. “Al frantoio ho assunto cinque persone, tutte regolarmente, ma non è stato facile trovarle”.

“Paradossalmente la mancanza di manodopera – indica il sindaco di San Martino Gianni Di Matteo – è un problema che sta aiutando il settore. L’allungamento del periodo di raccolta fa sì che non ci sia un afflusso eccessivo nei frantoi e il prezzo scende lentamente”.

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