Rieti, scoperta archelogica a Mompeo. Alla luce frantoio antico di una villa romana | Foto – Corriere di Rieti

2022-10-14 21:35:55 By : Ms. Anna An

Un frantoio e un acquedotto antichi sono venuti alla luce grazie alla campagna di scavo che è stata avviata la scorsa estate a Mompeo, in località Monte. Le indagini storico-archeologiche proseguono nel sito che conserva una tra le più grandi e antiche ville romane della Sabina. Le ricerche, dirette dalla professoressa Elisabetta Interdonato e dal dottor Federico Giletti, sono state intraprese su concessione ministeriale dall’Université de Lorraine, in collaborazione con Alessandro Betori, funzionario della Sabap (Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio) per l’area metropolina di Roma e la provincia di Rieti. 

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La missione archeologica francese vede anche la partecipazione alle fasi d’indagine e documentazione del dato archeologico del Laboratorio Rdr dell’Ispc-Cnr, coordinato da Andrea Angelini. Il supporto logistico è fornito dal Comune di Mompeo e dall’Agriturismo Mole sul Farfa di Stefano Fassone, proprietario del terreno in cui si trova la villa.

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“È stato rinvenuto parte dell’antico frantoio funzionale alla produzione di olio. - spiega Federico Giletti - Tra le più recenti scoperte si può anche annoverare il ritrovamento dell’antico acquedotto, grazie al quale l’ampio complesso romano era costantemente rifornito di acqua, necessaria non solo alla vita e sussistenza di vilici, coloni e schiavi ma anche a garantire ottimizzazione ed efficacia a colture e attività produttive. Grazie alle recenti indagini è stato possibile individuare e riportare alla luce le strutture dell’antico acquedotto a servizio della villa. Lo specus si presenta in ottime condizioni conservative. Del condotto, alto mediamente tra 1.15 metri e largo 0.40 metri, è stato possibile ricostruire l’intero sviluppo, dalle imponenti cisterne della villa all’incile impostato presso una sorgente ancora oggi attiva, di cui sono stati esplorati e documentati circa 180 metri su circa 300 metri complessivi. L’accesso al cunicolo - conclude Giletti - è stato possibile tramite lo scavo dell’interro che obliterava i pozzetti che, intervallati a circa 30 m, ne garantivano l’ingresso tramite una canna dotata di pedarole, incavi per l’alloggiamento di mani e piedi, al fine dell’ordinaria ispezione e manutenzione". Insomma, nella villa dell’area romana è emerso un altro tesoro fino a pochi giorni fa nascosto".

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