Imma a colpi di cuore…Sono cose che “arricapitano” | Giornalemio.it

2022-10-14 21:26:41 By : Ms. Tina Wang

Prima o poi dove accadere che Cupido si mettesse di traverso e combinasse un mezzo patratac, spingendo il carabiniere Ippazio Calogiuri tra le braccia (e viceversa) del sostituto procuratore della Repubblica di Matera, Imma Tataranni. Ma senza emettere avvisi di garanzia su una presunta incapacità di ”intendere e di volere” per motivi passionali dell’intraprendente magistrato, alle prese con l’ennesimo delitto apparentemente indecifrabile commesso a Montescaglioso e con i colpi di coda dell’imprenditore Saverio Romaniello, che le studia tutte per uscire indenne o condizionare l’esito di un processo per associazione mafiosa. Il ritorno di ” Imma Tataranni – sostituto procuratore”, con le ultime quattro puntate della seconda serie, ha raggiunto -e nè poteva essere diversamente- consensi di ascolto in crescita per la puntata di martedì 27 settembre ” Il peso dell’anima”, cominciata con le immagini in bianco e nero di una Montescaglioso anni Sessanta in pieno clima di emigrazione. Montesi con valigia di cartone, pane e salame consumati in treno e il sottofondo della nota canzone dei Rokes ” Che colpi abbiamo noi”. Destinazione Torino dove tutto ha origine e finisce nel sangue durante la notte del Venerdì Santo, con l’ex caporeparto della Fiat in pensione, trovano morto, per strangolamento in auto. Inchiesta subito presa in consegno dalla Pm, in compagnia di una famiglia allargata di parenti romani, a Montescaglioso per i riti solenni della Settimana Santa della tradizione e con una passione per le foto che torneranno utili per le indagini. Anche in questo caso vengono fuori clan mafiosi contrapposti e con vecchie ruggini famigliari tra Montescaglioso e Pomarico. Al via le indagini in paese, con quel ”non sappiamo nulla ” e ” in paese si dice…” ( come commentano Angelo Roberti nel ruolo di titolare di un frantoio e la collaboratrice Lucia Iacomini) ma viene fuori- saltando di palla in frasca una foto- compromettente con il carabiniere e l’intraprendente magistrato in auto nell’atto di baciarsi. Foto che finisce al Procuratore Vitali che vuole evitare lo scandalo e ammonisce senza mezzi termini la Pm con un ” Voglio che questa storia resti Immacolata…” Mica facile, visto che i sospetti della tresca raggiungono anche il marito Pietro ( Massimiliano Gallo) che arriverà a dormire sul divano, come separati in casa. Situazione che è lì lì per precipitare e tentativi di spiegazione, rinviati ad altra data… mentre l’inchiesta va avanti tra storie che si alternano e sovrappongono. Con il racconto della badante della madre della vittima, che cerca di sviare sospetti e dice e non dice, la pazienza di suoceri premurosi ( tra questi Antonio Montemurro), la ribelle e incompresa figlia Valentina, gli imprevidenti commenti del medico legale Taccardi ( Carlo D Ruggieri) e i pettegolezzi delle collaboratrici della Procura che continuano ad aprire fascicoli di pettegolezzi. La soluzione è a Torino dove Imma Tataranni si fa aiutare da un cugino che non vede da tempo per rintracciare il camionista Spilotros, che l’aveva giurata ad Antonio Santomassimo per la morte di sua moglie e del bambino che aveva in grembo. Ma non era stato lui ad ucciderlo. E allora il racconto di un collaboratore di giustizia riannoda i fili delle affiliazioni malavitose. Ed ecco spuntare Giacomo Quarta (il materano Francesco Zaccaro) da Pomarico, che sembrerebbe dentro fino al collo in questo giallo. Ma ecco accendersi la lampadina, con la visione delle foto scattate dagli amici romani, in quella processione del Venerdì santo con un abito dei ”Mamoni” delle Confraternite, che non si usava più. Una traccia venuta dal passato e che riporta alla badante, vittima di tante angherie e costrizioni, che usa la ”papagna” un infuso di bulbi di papaveri per stordire Santomassimo venuto a Montescaglioso per il funerale della madre. Una intuizione della medicina tradizionale, la papagna serviva per far addormentare i bambini, che di certo fa parte del bagaglio della memoria materana dell’attrice Lia Trivisani, coach di Vanessa Scalera e di quelle espressioni italo dialettali come ” Veloceee” o ” Dilussso”. E la prima puntata ha offerto tanti spaccati di vita materana e montese, compresa la breve comparsa di don David Mannarella parroco del santuario di San Francesco d’Assisi a Matera e di altri a Montescaglioso, che si sono riconosciuti nelle sequenze del centro storico del paese. Merito di Geo Coretti e di Blu Video, che hanno contribuito a coinvolgere volti noti e meno noti di tanti centri della Basilicata. Il resto lo hanno fatto il regista Francesco Amato e la scrittrice Mariolina Venezia, con le storie di personaggi delle nostre parti e che vedono Matera, i rioni Sassi, luogo di riferimento per raccontare una Basilicata inedita e a volte fragile segnata da segreti, intrecci tra politica e affari e desiderio di legalità. E la condanna a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa,ma non come mandante di omicidio, un piccolo tassello per voltare pagina. Come Imma Tataranni tra fascicoli giudiziari e di cuore, che continuano a restare aperti. Giovedì 29 un altro episodio. Attendiamo all’opera anche il maresciallo Lamacchia (Nando Irene) che ha un metodo tutto suo per cercare indizi e responsabili. Abbiamo lasciato per ultimo un aspetto interessante ed è la ”presentazione” del fiction che vede su Rai Uno una giovane azienda materana del mobile imbottito: Ego italiano. Bravi è una parte dinamica, di quella cultura di impresa di un ”io materano” che vorremmo vedere anche in altri settori, come il turismo dove manca – per volontà precise- un piano affidato a professionalità che ci lavorano a tempo pieno. Chissà che la fiction non contribuisca a dare uno scossone. Veloceeee…

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